SWATTING, ovvero quanto può essere reale un videogame

La SWAT (Special Weapon and Tactics), ovvero le forze speciali della polizia americana, spesso ex militari in congedo dopo molte missioni e che cercano un impiego, gente abituata ai teatri di guerra, all’adrenalina, solitamente scelti fra i soldati che erano in una delle quattro forze speciali usa: Delta Force, Berretti verdi, Ranger e Navy Seal. Il meglio del meglio fra gli assassini legalizzati, il punitore in carne ed ossa.

Veniamo quindi ora allo SWATTING citato nel titolo dell’articolo.
In pratica si tratta di un “gioco nel gioco” in cui, se durante una partita online tu perdi o stai perdendo, mandi le vere teste di cuoio a casa dell’avversario di turno. Oggi è molto popolare fra i giocatori seriali di COD (Call of Duty, ndr) et affini. Siccome la swat interviene praticamente solo li ove vi siano situazioni ad alto rischio, tipo ostaggi e terrorismo, il vostro avversario che vi vuole intimidire/spaventare nella realtà, deve fare un minimo di recita al telefono. Ad esempio dicendo che al vostro indirizzo voi tenete degli ostaggi o che avete ucciso delle persone e siete pesantemente armati.

Poi però succede qualcosa di differente, come a Wichita in Kansas, dove vi è stato il caso più eclatante di questo fenomeno dilagante oltreoceano. L’ultimo di una serie.
Il 28enne Andrew Finch, padre di due bambini, è stato freddato per errore dagli agenti speciali appena è uscito di casa. La polizia era intervenuta arrivando al suo domicilio dopo una telefonata anonima: a quell’indirizzo era stata segnalata la presenza di un uomo che aveva ostaggi minorenni ed aveva ucciso una persona. Era un falso allarme.
Difatti subito sono scattate verifiche per accertare realmente la dinamica , ricostruita poi poche ore dopo la morte di Finch. Morte che risulterà appunto legata ad una disputa fra due giocatori di COD. I due sogetti in questione si erano sfidati ad inviare la polizia a casa dell’avversario di turno… solo che Finch non era nemmeno coinvolto nella partita in questione. Una sorta di “errore”; era nel posto sbagliato al momento sbagliato, ovvero casa sua… ed appunto, quando per il trambusto delle sirene delle auto di polizia li accorse, lui è uscito dal portico ed ha alzato un braccio, uno zelante agente speciale lo ha ucciso sul colpo. La chiamata era partire da un giovane di 25 anni di Los Angeles, Tyler Barriss.

Cosa ci viene da questa vicenda? Le ennesime riflessioni sulla stupidità umana, profonde domande socio-antropologiche o di costume, altro? Sinceramente, per chi scrive, solo che siamo talmente assuefatti a tutte le droghe al silicio e non che basta una sconfitta di troppo, ad un videogame di guerra, come visto sopra, per scatenare una rabbia tale da mandare tramite un falso allarme, fosse solo per scherzo o per scommessa, la polizia a casa dell’avversario. Anche se questo potrebbe appunto implicarne la morte, li dove un gioco virtuale può oggi, e sempre più spesso, avere conseguenze fatali nella vita reale.
Gli zombi esistono e siamo tutti noi. Colpevoli, innocenti, sono cose irrilevanti. Spendere soldi arrichendo un mercato che già produce giochi che istigano a violenza e guerra, dando forma ad un mondo che da ruoli specifici ad indottrinamenti specifici è come essere fautori della propria matrix, un comportamento folle, persino codardo, che altera gli equilibri della salute di questo pianeta chiedendo sempre più energia per ogni pc, per le palestre invece di girare in bici e fare sport all’aria aperta, per un livello di sfruttamento delle risorse per riscaldare case e seguire mode, e lasciando che compagnie e stati facciano ciò che vogliono per avvelenare e sottomettere perchè noi ci mettiamo da soli in stato catatonico. Un sogno ad occhi aperti, una realtà sempre più virtuale, dove invece di vivere si preferisce chiudersi nell’aria avvizzita dall’anidride carbonica per arrivare ad uccidere persino per gioco e per un gioco. La vita altrui è sempre più distante. Ed internet che doveva avvicinare i popoli e le persone, darci una sorta di sapere collettivo, aumentare le possibilità e unirci come popolazione, è oggi richiesto in dosi massicce come farebbe una persona assuefatta da sostanze che creano dipendenza. Perchè abbiamo bisogno. Perchè siamo schiavi. Abbiamo reso una delle ultime speranze di evoluzione, salvezza, felicità, espressione dell’uomo ed una delle sue frontiere filosofiche, mentali, immersive, introspettive collettivavente in questo, morte dentro e fuori, non bastando morti per strada ed in teatri di guerra, quelli per le malattie, le più create dagli uomini per un odio verso se stessi, no ora oltre a giocarci alla guerra ed ad uccidere portiamo tutto ad un nuovo livello.
La fantascienza non può più stare al passo con la follia.
Lo schifo, la paura dovrebbero lasciarsi dietro lo sconforto e la disperazione, ma si combatte ancora, per le strade, nelle case, sulle colline, nelle menti.
Li fuori vi è una guerra in atto, per il futuro e la sopravvivenza del pianeta – e del genere umano, se questo sceglie di sopravvivere con esso.

“Io sono John Connor. Se state ascoltando questo messaggio, siete della resistenza” (cit.)

 

Zero