Chi siamo…

Quattro,

come i cavalieri dell’apocalisse, come i cantoni dell’omonimo gioco, come le stagioni, i punti cardinali, i matrimoni di: “quattro matrimoni ed un funerale”, etc…siamo hacker, nerd, otaku, giovani, meno giovani, traversalmente invisibili, #ateianticlericaliconvinti, crediamo in Chtulhu e nel dio macchina, siamo materialisti (sempre se togli lo spirito macchina), la vita che vorremmo creare e’ sintetica, alcuni di noi vorrebbero protesi meccaniche aggiuntive, altri pc con cifre a quattro o cinque zeri.

Ma come si sono ritrovati psicopatici, maniaci e smanttoni a condividere un luogo fisico? Una pessimo domanda che merita una pessima risposta.  Inizia in maniera forse banale, pulendo un luogo con dei pc (non riuscivamo proprio a vederli in quello stato, era troppo per noi anime sensibili resistere alle necessita’ dei #cuoridisilicio). Quindi riutilizzando e rinvigorendo ciò che è stato lasciato addietro da altri, rendendo uno spazio più nostro. Il posto è caldo nel fermento della sua forgiatura perpetua, quindi quale luogo migliore. E lì da instancabili fabbri si deve battere quel metallo vivo di lingue infuocate finché ha questo magico vermiglio colore. Quel mai arrendersi.
Ronin, perché non abbiamo intenzione di asservirci mai ad alcun padrone; con gli unici scopi di restare liberi e di fornire gli strumenti ad altri per liberarsi(siamo colti noi, abbiamo internet dalla nostra,e non abiamo paura di usarlo per copiare). Oltretutto attorno vi sono laboratori di musica, elettronica, fotografia, serigrafia e stamperia; una serie di realtà interconnesse in cui inserirsi per fornire supporto e imparare da altri ambiti distinti ma sicuramente non distanti.

Ci trovate spesso senza orari fissi al Ronin-lab al De Lollis Underground, e con una sorta di appuntamento fisso il giovedì pomeriggio.

– Sono i 47 rōnin. Li conosci? 47 samurai, il cui padrone è stato tradito e ucciso da un altro signore. Vengono chiamati rōnin, samurai senza padrone, caduti in disgrazia per l’infedeltà di un altro. Per tre anni hanno tramato, fingendosi di essere ladri o mercenari, o perfino dei pazzi, ma questi non li ho ancora creati, finché non decisero di agire. Entrarono di notte nel castello del traditore e lo uccisero.
– Carino, mi piace, è come il mio lavoro.
– Non è finita. Tutti i 47 samurai fecero seppuku, il suicidio rituale, nel cortile del castello.
– Eh, questo mi piace un po’ di meno.
– Comunque sia hai capito?
– Che cosa dovrei capire?
– Il codice guerriero. Il gusto della battaglia, l’hai capito questo sì? Però c’è qualcosa di più. Ti rendi conto che esiste qualcosa oltre a te stesso che tu hai bisogno di servire? Se questa necessità scompare, se la fede viene a mancare, che cosa sei? Un uomo senza padrone?
– Per adesso sono un uomo senza stipendio.
– I rōnin potevano lavorare per un nuovo padrone, o potevano lottare per sé stessi. Ma hanno scelto l’onore, hanno scelto il mito.
– Hanno scelto male.
( cit. Ronin
)

 A portare tutto questo avanti saremo forse solo quattro per ora – che non è 47, ma è un buon inizio, se venite saremo di piu’…